
Scolpita in un enorme blocco di marmo bianco di Carrara tra il 1547 e il 1555 circa da un Michelangelo quasi ottantenne, la Pietà Bandini è una delle sue opere più tormentate.
Da una grande piramide umana colma di dolore, sbuca il corpo di Cristo sorretto, oltre che dalla Madonna, anche da Maria Maddalena e da Nicodemo, al quale l’artista sembrerebbe aver dato le proprie sembianze.
È un lavoro tormentato e pare che, volendo modificare la posizione delle gambe di Cristo, l’artista l’avesse spaccato, per poi infuriarsi e colpirlo violentemente a martellate.
Appartenuta a Cosimo III de’ Medici, la Pietà rimase per più di duecento anni sul retro dell’altare maggiore della Cattedrale di Firenze. Dal 1981 è custodita presso il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
Il restauro della statua, iniziato lo scorso novembre e interrotto a causa del Covid-19, è appena ripreso.
La prima pulitura della superficie, finita sul retro del gruppo scultoreo e in fase iniziale sul davanti, sta riportando alla luce le cromie frutto di precedenti trattamenti del marmo insieme a dettagli non conosciuti.
Per la prima volta sarà possibile accedere al cantiere, grazie a speciali visite guidate con i restauratori e gli esperti dell’Opera di Santa Maria del Fiore.