Venezia e la sua anima orientale. L’avevo sempre incontrata d’estate, col sole torrido e l’odore acre di acqua ferma. Invece, col freddo e la nebbia diventa un incanto. La sua luce ti ammalia, entra negli occhi e ti accresce i punti di vista. La vedi ribaltata nella laguna gelata, la senti cosmopolita, nel vociare infinito dei turisti infreddoliti. E ti pare di non poterla più dimenticare. Consiglio di girarla a piedi perché è sempre un viaggio nel viaggio perdersi senza meta nelle sue calli, inseguendo le frecce per piazza San Marco.
Oltrepassando l’eleganza gotica del Palazzo Ducale candido di pietra d’Istria, si arriva davanti alla basilica delle meraviglie mentre già il portale ti annuncia che sei nel centro del mondo. La pianta a croce greca, le cupole a cipolla bizantina, gli archi, i mosaici e le stupefacenti pezzature di marmo, che si stagliano come una palette di ombretti per ogni colore di iride, t’incrociano all’istante la storia di Oriente ed Occidente.
Rivisitata ed arricchita più volte nel tempo, la primaria chiesa pare risalga al IX secolo, quando secondo la leggenda fu costruita per dare degno riposo alla salma di San Marco, depredata in Egitto da due mercanti veneziani.
Per entrare c’è un po’ da attendere ma sarà come immergersi nella porporina. Tutto brilla sulle tessere di vetro dei mosaici e alle spalle dell’altare maggiore luccica la Pala d’oro, capolavoro dell’arte orafa bizantina e veneziana con le sue 1927 pietre preziose.
Chi ha voglia di girare per musei, avrà solo l’imbarazzo della scelta. Il museo Correr, Palazzo Grassi e la collezione Pinault, il Palazzo Venier dei Leoni e i tesori di Peggy Guggenheim affacciati sul Canal Grande, l’eclettico museo Fortuny e le imperdibili Gallerie dell’Accademia. Da non dimenticare la Scuola Grande di San Rocco, dove poter ammirare anche il Tintoretto più irraggiungibile grazie all’ausilio degli specchi messi a disposizione dei visitatori.
Se deciderete di andare tra giugno e novembre, dal 1895 Venezia è anche Biennale: un anno d’arte e l’altro di architettura. Enormi padiglioni nei Giardini Pubblici, l’Arsenale e tante mostre dislocate qua e là richiamano l’attenzione e tantissimi visitatori.
Consiglio di non perdere gli affreschi di Tiepolo, realizzati tra il 1737 e il 1739, nella chiesa dei Gesuati e il vecchio Magazzino del Sale, reinventato da Renzo Piano per accogliere l’opera di Emilio Vedova. Molto interessante Cannaregio, l’antico ghetto di Venezia fino al XVIII secolo, divenuto oggi un quartiere frizzante, dove dalle 18 e a prezzi contenuti potrete gustare i famosi cicheti, stuzzichini gustosi di carne, pesce o verdure, in compagnia di un buon vino.
La laguna è punteggiata da tante isole e isolette. Imperdibile quella con la chiesa di San Giorgio Maggiore, il cui profilo spunta dall’acqua con la magnifica facciata del Palladio. O anche Murano, l’isola del vetro, dove si racconta che i segreti della soffiatura fossero custoditi così gelosamente da far rischiare la vita a chi li avesse rivelati.
È inverno e alle cinque già si accendono i lumi della sera. M’informo per un giro in gondola e scopro che il prezzo si aggira intorno ai 100 euro per una mezz’oretta.
Tutt’intorno l’acqua sfavilla, i negozi brillano di vetri colorati, sete fruscianti e merletti mentre io passeggiando piena di meraviglia mi avvio verso la Stazione, che la segnaletica indica ad ogni angolo come Ferrovia.
Venezia vecchia signora triste, lucente e vestita a festa, morbida e dannatamente accarezzata dall’acqua.
Venezia è veramente una magia!
La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno… città dell’ozio, dell’amore e della musica.
Hermann Hesse