IL RICHIAMO DELLA VETTA
Sul Nanga Parbat, a 5900 metri, s’infrange il sogno mentre la morte di Daniele Nardi e Tom Ballard si impone con la tragica bellezza di un’opera d’arte.
Certo, chi può negare che sia stato da folli salire in pieno inverno su una delle montagne più alte del mondo? Chi può fare a meno di pensare che la loro partenza abbia allungato un calcio in faccia alle decine e decine di preghiere d’amore a non farlo? Chi può perdonare l’irriverenza di un uomo che, cosciente dell’infinito pericolo, lascia a casa un bimbo appena nato che ha bisogno di lui?
Quanta rabbia! Quanto dolore! Quanta libertà piena di egoismo!
Una morte così si può capire fino a un certo punto.
Eppure, senza voler capire sempre tutto, che straordinaria opera d’arte questa morte…
Sognata, pensata, progettata e vissuta con in mente la volontà ferrea di passare alla storia per il coraggio di una passione, sfidando se stessi.
Tom, orfano di madre alpinista. Daniele, che ha lasciato orfano di padre alpinista un figlio.
Si saranno pentiti, a un certo punto, ma rimarranno per sempre su quella montagna vivi nella grandezza della loro impresa, lasciando in coloro che li hanno rispettati il significato e la forza di chi ha provato a fare una cosa incredibile, ai limiti del possibile, più importante della vita stessa.