Dopo due mesi di chiusura, oggi si prova a ripartire.
Molti musei e gallerie pubbliche e private oggi riaprono, nella giornata internazionale dei musei, cercando di riaccendere i motori culturali di intere città duramente colpite dalla crisi.
Bisognerebbe imparare qualcosa di importante da questi eventi traumatici e improvvisi.
La quarantena ha dimostrato che l’arte ha bisogno di uomini per essere creata, fruita e amata. Il sistema andrebbe ripensato e rivalutato; dovremmo tutti provare a riflettere sul suo significato e sulla sua funzione preziosa, ricordando l’importante merito che hanno le gallerie e i musei, gli antichi e i contemporanei, quelli grandi e quelli piccoli.
Sarebbe importante rimettere al centro della vita cittadina la loro funzione precipua di stimolo alla conoscenza e alla formazione di coscienza, di invito alla bellezza, di monito al senso civico e alla uguaglianza sociale.
I musei sono gli scrigni della memoria, i luoghi dove sono sedimentate le nostre radici, per capire meglio chi siamo, cosa vogliamo e dove andiamo.
Ciascuno può riconoscersi nei propri musei, ripensando alla propria storia e alla bellezza che altrimenti sfugge, rispettando alcune semplici norme che per un po’ dovranno diventare un’abitudine per tutti: indossare sempre la mascherina, igienizzarsi le mani con le soluzioni idro-alcoliche a disposizione, evitare condizioni di assembramento e aggregazione, limitare -ove possibile- l’uso degli ascensori, munirsi infine di dispositivi personali per la fruizione delle informazioni.
