
Se il mondo dei musei e delle città d’arte è in crisi per le chiusure forzate a causa dell’emergenza sanitaria, il mercato dell’arte va avanti a testa alta.
Del resto, lo fa da secoli.
Nonostante l’altalenante situazione economica e finanziaria, infatti, esso resta un settore forte, che ha dimostrato di riuscire a gestire le turbolenze.
A raccontarne lo stato di salute, ci sono ormai numerosi volumi e studi di settore. Da questi emerge chiaramente che il mercato dell’arte e dei collezionisti è molto cambiato nel corso dell’ultimo decennio, destando l’interesse di analisti, investitori istituzionali e banche.
Ne è venuta fuori un’immagine rinnovata, in cui l’arte non rappresenta più quel bene rifugio utilizzato per proteggersi da crisi finanziarie o momenti di pausa, ma un proficuo investimento che attira sempre più interesse ed un modo attento e intelligente per diversificare le proprie ricchezze.
Questo nuovo slancio ha creato molti benefici per il mercato, reso vivace e globale da una più attenta professionalità, una maggiore trasparenza ed una più fruibile accessibilità di dati.
La maggiore concentrazione degli scambi avviene sul mercato americano, circa il 40%, seguito dal Regno Unito con il 22% e dalla Cina, la new entry che ci sottolinea la sempre più grande attenzione asiatica verso l’arte. Si difende bene la Francia ed anche l’Italia, con importanti collezionisti attivi anche su piazze straniere.
Dare la giusta importanza all’arte significa primariamente tutelarla e valorizzarla, nel rispetto di tutti coloro che la amano e la promuovono, anche recuperandola e tesaurizzandola attraverso l’importante mestiere del mercante d’arte.
Sempre più attivo si è reso il canale di vendita online, che nel 2020, per gli ovvi motivi della pandemia, ha toccato cime mai raggiunte, con numerose gallerie che si sono rapidamente riorganizzate con specifiche piattaforme e viewing rooms per facilitare il contatto con la clientela.
Da non dimenticare, infine, il sistema delle fiere che ha creato edizioni online in sostituzione di quelle cancellate, com’è avvenuto, per fare un esempio autorevole, per Art Basel (Hong Kong e Basilea).
Ebbene per rimarcare quanto finora detto, è notizia di questi giorni la vendita, presso la casa d’asta Christie’s di Londra, da parte della celebre attrice Angelina Jolie di un dipinto, realizzato da Winston Churchill e acquistato con l’ex marito Brad Pitt nel 2011.
L’incasso ha raggiunto 8.285.000 sterline, commissioni incluse (pari a 9.577.460 euro).

L’opera, La torre della moschea Koutoubia, realizzata nel gennaio 1943 da Churchill e da lui stesso donata al presidente americano Franklin Delano Roosevelt, è partita da una stima di 1.500.000 sterline ed è stata al centro di un’accesa gara al rialzo tra quattro collezionisti.
Il suo valore è legato, oltre che al nome dell’artista-politico, al suo rilevante intreccio con la storia del XX secolo.