Un gradito ritorno
Ne avevo un ricordo invecchiato, denso di nebbia e monotonia. Mi sono fermata solo qualche giorno ma abbastanza per ritrovare una città ringiovanita, luminosa e frizzante, che ha saputo rinnovarsi a poco a poco – mi hanno spiegato – da quel 2006, quando è stata sede dei XX Giochi olimpici invernali.
Di Torino t’incanta la sobrietà elegante, che trovi ovunque e che solo in certi luoghi si fa più insistente diventando lusso.
Ordinate e pulite sono le strade del centro, raffinati e ruffiani appaiono i migliori caffè le cui attraenti vetrine smettono di farti la corte solo quando entri, mentre tutt’intorno imponenti ed austere svettano le dimore più antiche e rappresentative del Regno dei Savoia.
Ho iniziato il tour da Piazza Castello, cuore del centro storico, con il suo maestoso Palazzo Madama.
Poi ho visitato il Palazzo Reale e raggiunto nella cosiddetta Manica nuova la Galleria Sabauda: quattro piani di opere, esposte con ordine secondo un criterio cronologico ma lungo percorsi aperti, che rendono un effetto di trasparenza visiva tra le sale con una certa fluidità dello spazio.
Il museo fa da cerniera nei percorsi che provengono da Palazzo e Armeria Reale da un lato e Museo Archeologico dall’altro.
Le giornate erano uggiose ma una spiccata cultura civica organizza e riempie gli spazi, rendendoli decorosi ed allegri.
Non perdetevi per nessun motivo il Museo Egizio.
Inaugurato nel 2015 nel suo nuovo allestimento, è considerato il secondo più importante del mondo, preceduto solo da quello del Cairo. L’ho trovato spettacolare, ben studiato e altamente tecnologico, con videoguide disponibili in sei lingue ed un percorso narrativo tradotto non solo in inglese ma anche in arabo, a voler sottolineare lo stretto legame con la terra da cui le collezioni provengono.
La vicinanza del Natale rendeva tutto ancora più magico, con le piazze addobbate e le strade piene di luci d’artista (le più chiassose e nel contempo garbate che io abbia mai visto).
Forse, è proprio questo il momento migliore dell’anno per vederla in tutta la sua bellezza!
Altra tappa imperdibile è stata il Castello di Rivoli. L’antica residenza sabauda, grande incompiuta di Filippo Juvarra, è rinata nel 1984, riuscendo ad imporsi come uno dei più importanti musei d’arte contemporanea d’Italia.
Il luogo scenografico e meraviglioso (raggiungibile con l’autobus 36 e poi attraverso una piacevole passeggiata) e l’intelligente lavoro di recupero e riuso dell’architetto Andrea Bruno, lo rendono un modello virtuoso di decentramento culturale, sicuramente da guardare e tenere a mente nello sforzo di rivalorizzazione di centinaia di luoghi storici e di pregio sparpagliati lungo l’intero territorio italiano.
Ancora godibili e meravigliosamente recuperate le volte con gli affreschi seicenteschi di Isidoro Bianchi, nella sala di Amedeo VIII al secondo piano, sopravvissuta ai passaggi vandalici delle truppe francesi sul finire del XVII secolo.
Vi suggerisco prima di ripartire una piacevole sosta alla caffetteria del museo, illuminata da grandi vetrate che affacciano sul giardino interno della Manica Lunga.
Gli squisiti “bagnati” e una cioccolata calda vi metteranno in pace col mondo!