
Si sono appena aperte al Mart di Trento e Rovereto le porte dell’attesa mostra su Caravaggio e la sua più antica opera siciliana: il Seppellimento di Santa Lucia, proveniente dalla Chiesa di Santa Lucia alla Badia di Siracusa.
È un dipinto maturo e tragico di un artista ormai ossessionato dalla morte, che fa scelte ardite e colloca i personaggi dentro spazi enormi e silenziosi. Il fondo vuoto della scena, che occupa quasi i due terzi del dipinto senza nessuna figura, trasmette un opprimente dolore e una tangibile percezione della forma che si sgretola, entro una ricerca di rinvii tra antico e contemporaneo. Il nesso presentato nella sua formale evidenza è con i cretti e i sacchi di Burri, che vengono richiamati fortemente da alcuni punti della tela in cui appare sgranata.

Attraverso la possibilità di diversi livelli di dialogo, la mostra sembra ricordarci l’attualità spirituale di Caravaggio ed una comunicazione di valori mai interrotta.
In un continuo rimando tra immagini, simboli e affinità, completano la mostra il grande dipinto I naufraghi (1934) di Cagnaccio di San Pietro, le opere dell’artista Nicola Verlato e del fotografo Massimo Siragusa, oltre ad alcune fotografie sulla vita e la morte di Pier Paolo Pasolini.