Sono 29 le città d’arte ammesse a beneficiare dei contributi a fondo perduto predisposti dal MiBact: Venezia, Verbania, Firenze, Rimini, Siena, Pisa, Roma, Como, Verona, Milano, Urbino, Bologna, La Spezia, Ravenna, Bolzano, Bergamo, Lucca, Matera, Padova, Agrigento, Siracusa, Ragusa, Napoli, Cagliari, Catania, Genova, Palermo, Torino e Bari.
A trarne maggiore beneficio alcune città dell’Emilia Romagna e delle Marche; in particolare Bologna, Ravenna, Rimini e Urbino, ma anche la Sicilia, con cinque capoluoghi.
Il provvedimento stanzia oltre 500 milioni di euro da destinare a un parziale ristoro per i soggetti che svolgono attività di vendita di beni o servizi al pubblico che abbiano subito un calo del fatturato di almeno un terzo rispetto al 2019, dovuto all’assenza di turismo internazionale. Il contributo verrà determinato sulla base di una percentuale variabile applicata alla differenza tra fatturato e corrispettivi di giugno 2020 con quelli di giugno 2019.
In vetta tra le città a più alta vocazione turistica d’Italia c’è Venezia, ma soffrono anche Roma, Firenze, Napoli, Milano e Palermo. Da registrare il caso di Verbania, che come presenze turistiche ante-pandemia era al secondo posto con un rapporto di presenze turistiche e cittadini residenti pari al 26% (seconda solo a Venezia con un rapporto oltre il 46%).
Va sottolineato che, dalla mappa tracciata sempre su base statistica, su 29 città ad alta vocazione turistica a beneficiare del fondo perduto per i centri storici ben 20 siano collocate nelle regioni del centro-Nord e le 9 restanti al Sud.
Restano esclusi dal provvedimento i comuni di quattro regioni, quali Calabria, Umbria, Molise e Friuli Venezia Giulia.
Già emergono, dunque, alcune criticità dovute ai parametri scelti.
L’importo massimo del contributo erogabile è fissato in 150mila euro e quello minimo in mille euro per le persone fisiche e in 2.000 euro per gli altri soggetti diversi dalle persone fisiche.