
L’archeologo 38enne François Desset, impegnato presso il Laboratoire Archéorient di Lione oltre ad essere docente di archeologia all’Università di Teheran e visiting professor presso il Dipartimento di Beni Culturali, Archeologia e Storia dell’Arte, della Musica e del Cinema dell’Università di Padova, è riuscito a decifrare la scrittura lineare del regno di Elam, un sistema di scrittura adoperato quattromila anni fa presso la civiltà sviluppatasi nell’attuale Iran occidentale.
La scrittura elamita è uno dei sistemi di scrittura più antichi del mondo, insieme al proto-cuneiforme in uso nella Mesopotamia e ai geroglifici degli egizi.
Pur essendo nota da più di un secolo, nessuno finora era riuscito a comprenderne il significato dei segni.
Concentrandosi sulla forma più recente di scrittura elamita nota, dopo un lavoro di circa dieci anni e attraverso un metodo simile a quello che il celeberrimo archeologo Jean-François Champollion aveva utilizzato per decifrare i geroglifici, Desset ha trovato la chiave in alcuni testi ripetitivi, un corpus di 8 testi redatti su vasi d’argento del 2000-1900 a.C., provenienti da sepolture nella regione di Kam-Firouz.
Oggetto dello studio sono state quaranta iscrizioni provenienti dalla città di Susa, tutte scritte in elamita lineare (si leggono da destra a sinistra e dall’alto verso il basso), che presentano la particolarità (unica al mondo per una lingua del III millennio avanti Cristo) di essere redatte in una scrittura puramente fonetica (ovvero simile alla nostra, dove i segni corrispondono a consonanti e vocali, e nel caso dell’elamita lineare anche a sillabe).
Una scoperta importante che considera sorelle la scrittura mesopotamica e quella elamica, rimettendo in discussione il primato della Mesopotamia in quest’ambito.
