EVENTI IBRIDI ARTE – Gallerie, musei, teatri, siti culturali di qualsiasi genere non sono dei semplici contenitori di arte. Il loro scopo non è custodire, ma divulgare ciò che di bello è stato fatto da chiunque abbiamo trasformato la propria vita e le proprie emozioni in qualcosa di tangibile. L’arte non è solo da ammirare, ma va vissuta e sperimentata, anche se non ne siamo noi gli artefici, bensì gli osservatori. Ma come si può far sì che le opere d’arte, in qualsiasi forma, raggiungano il più alto numero possibile di persone? Semplice, rispondendo alle richieste della società. Tale risposta oggi sembra trovarsi negli eventi ibridi, che funzionano non solo per fiere e showroom, ma anche per l’arte.
I luoghi d’arte diventano digitali e fanno incetta di spettatori
Nel corso del 2020 sono stati numerosi i musei, le gallerie, siti archeologici e case d’asta che hanno realizzato eventi o trasposizioni online al fine di venire meno alle restrizioni dovute alla pandemia senza violarle. Tali iniziative hanno riscosso un grandissimo successo in tutto il mondo tanto che, anche adesso che si comincia a riaprire, non si pensa ad abbandonarle.
“La pandemia è stata un catalizzatore di tendenze già in atto – ha raccontato Simonetta Giordani, Segretario Generale dell’Associazione Civita –. Il digitale rappresenta un’opportunità per restituire centralità alle strutture culturali, consentendo loro di svolgere una funzione più contemporanea, facendo crescere al contempo economia, imprese e occupazione”.
Indubbiamente la digitalizzazione e la realtà virtuale hanno avvicinato un maggior numero di spettatori al mondo dell’arte ma resta innegabile il bisogno che tutti noi abbiamo di tornare sia al contatto fisico che al contatto diretto con l’arte.
Come si possono combinare il bisogno di contatto e i vantaggi della digitalizzazione?
Siamo pronti e vogliosi di tornare ad una realtà che conosciamo, ad una vita che è come era prima, ma per farlo dobbiamo per forza rinunciare a quello che di bello abbiamo sperimentato in questo periodo? Certo che no. Peter Weibel, direttore del Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (Germania), lo spiega molto bene.
“Con la tecnologia delle telecomunicazioni stiamo costruendo una tele-società, in cui le persone non hanno bisogno e non dipendono dalla vicinanza della comunicazione faccia a faccia. […] La cultura deve espandersi in estensioni digitali, in dipartimenti digitali, in attività digitali. I musei diventeranno i rivali dei servizi di streaming (Netflix e altri) e delle trasmissioni televisive. Le strategie per il futuro si basano su eventi e formati ibridi. I musei possono ancora rimanere come istituzioni per incontri fisici, ma devono diventare anche piattaforme per incontri virtuali.”
Con queste parole egli spiega benissimo l’evoluzione futura dei luoghi d’arte. Essi devono diventare ibridi, ovvero devono realizzare eventi fisici in parallelo ad eventi virtuali. Questa scelta, non solo risponde alle esigenze delle nuove generazioni, ma rende l’arte fruibile ad un pubblico più vasto. Con gli eventi ibridi, l’arte, già nota per abbattere barriere e sfidare le convenzioni, diventerà ancora più avvicinabile. Non ci saranno più impedimenti geografici o linguistici ad allontanarla dall’uomo, ma solo la sensibilità di ognuno.
Con gli eventi ibridi anche l’arte diventa più sostenibile
In una società che punto molto alla sostenibilità, anche l’arte, se vuole restare al passo deve mostrarsi sensibile all’argomento ed impegnarsi per muovere passi in questa direzione. Gli eventi ibridi danno una mano anche in questo. I vantaggi in termini di sostenibilità degli eventi ibridi sono molteplici, dalla riduzione delle emissioni, ad un abbattimento dei costi per gli allestimenti in presenza che rispettano le norme di sostenibilità.
Non avere paura di scegliere un evento ibrido
Ancora sono molti gli scettici riguardo agli eventi ibridi e a l’arte, specialmente per quanto concerne la parte virtuale dell’evento. I dati delle visite virtuali raccolti durante i mesi di pandemia però dovrebbero incoraggiare a perseguire questa strada perchè i numeri sono davvero impressionanti. Scegliere l’evento ibrido, specialmente per i musei di grande fama e di vecchia data aiuterebbe anche molte opere ad uscire dai magazzini, perché non è quello il loro posto.
Come Peter Weibel ha già intuito, per non rischiare di cadere nell’oblio anche l’arte deve adeguarsi ai tempi senza però dover rinunciare alla sua natura. Da questo punto di vista gli eventi virtuali sono una garanzia.
Autore articolo: Viola Meacci, in collaborazione con Advepa Communication