Come ormai molti sanno, da quando la rivoluzionaria direttrice Cristiana Collu si è insediata riorganizzando allestimenti ed idee, la GNAM di Roma è diventata La Galleria Nazionale. L’avevo vista all’opera qualche anno fa, nella sua terra, a dirigere il MAN di Nuoro. Passeggiando tra le verdi vallate del Monte Ortobene, in piena Barbagia vestita a festa per la Sagra del Cristo Redentore, ricordo di essere rimasta colpita dalle scelte espositive tanto ardite di quel piccolo museo, a me sconosciuto, arroccato nel cuore della Sardegna e guidato da una giovanissima donna. Quel tentativo coraggioso di dire in altro modo le cose mi aveva sedotta, lasciandomi a lungo nella testa quell’infiammato incontro tra arcaico e contemporaneo in una visione mischiata del tempo e della storia.
E’ per questo che, piena di curiosità, sono ritornata nei nuovi allestimenti della Galleria Nazionale di Roma, dopo averli visitati poco prima che partissero i lavori per il rinnovo.
Ho trovato un luogo luminoso ed aperto, in continuità con lo spazio esterno, dove il mio sguardo non era più unidirezionale ma cadeva obliquo.
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Tante le novità che vi segnalo. È sparita, nella grande sala d’ingresso del Museo, l’installazione di cristallo specchiante di Alfredo Pirri, Passi (2011) che, se pur plumbea e non originalissima, a me piaceva con quel senso di precarietà continua ed inarrestabile. Al suo posto, un ingresso elegante e straripante di luce mi ha accolto più dolcemente.
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Cassate (finalmente!) le noiose e polverose teche dedicate alla scultura, le arti dialogano o ammutoliscono l’una di fronte all’altra.
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Eliminati orpelli e superfetazioni, gli spazi appaiono restituiti alla neutralità del bianco, nella consapevolezza che il difficile resti togliere piuttosto che aggiungere, al fine di esibire accostamenti netti, più o meno suggestivi, più di genere che di tempo.
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Il tempo c’è ma è disarticolato. È stata riorganizzata la permanenza temporanea delle opere (con una scadenza -mi pare di aver capito- in primavera prossima) in un riallestimento rinnovato, stracciando i manuali d’arte e riproponendoli scompaginati fuori da un lineare criterio cronologico e geografico.
È un museo visionario che sorprende per la disobbedienza e l’indisciplina. Ha uno sguardo sulle cose che spariglia le carte e che a me piace tanto. Andate a visitarlo! Non troverete più grigiore né malinconia ma suggestioni e voli pindarici. Davvero un taglio intrepido, che ha l’unico difetto di poter disturbare o confondere il visitatore più reazionario o meno attrezzato, lasciato solo in un disordine decontestualizzato e difficilmente decodificabile.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Roma
lagallerianazionale.com