Finalmente le nostre valigie erano nuovamente ammontichiate in auto.
Così, con 45° C lampeggianti sul cruscotto e l’afa di questo primo agosto che non vi devo raccontare, siamo partiti per raggiungere la valle d’Itria, più comunemente nota come la terra dei Trulli.
Il paesaggio verde bottiglia, esteso tra le province di Bari, Taranto e Brindisi, si è subito ficcato negli occhi con tutti quei filari senza fine di ulivi, mentre ancora studiavo che il toponimo “Itria” dipende dal culto orientale della Madonna Odigitria, importato dai monaci che nel X sec. s’insediarono in loco.
La I tappa è stata Ostuni, la città bianca.
In agosto, vi consiglio vivamente di visitare il centro storico nella quiete della controra, quando quell’aria intima e immacolata che si coglie da lontano mentre stai arrivando, con tutte quelle casette e finestrelle aperte su un pezzo di cielo pennellato d’azzurro, è ancora intatta.
Così, mentre la vostra ombra camminerà sulla calce dei muri, gli occhi avranno il tempo di celebrare i portali pietrosi dei grandi palazzi della nobiltà decaduta, che il sole sporca come vuole con suggestive imbruniture.
Senza perdere la guglia di Sant’Oronzo, in piazza della Libertà, alta circa venti metri e simbolo della città.
Posta su uno dei punti più alti, fascinosa e autoritaria vi apparirà la facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta, realizzata nel XV sec. e caratterizzata da uno stile tardo gotico che rimanda ad esempi coevi di ambito adriatico, veneziano e dalmata.
Originali ed eleganti ristorantini, winebar, pub e lounge bar accompagneranno la vostra permanenza in città, deliziando i sensi.
Per approfondire:
https://www.ostuni.eu/