
L’arte è prima di tutto un documento insostituibile: di un tempo, di un ricordo, di un luogo.
E così, Racines d’arbres (Le radici dell’albero), oggi conservato presso il Van Gogh Museum di Amsterdam, per un’intuizione è diventato l’ultimo dipinto realizzato da Van Gogh prima di suicidarsi il 29 luglio 1890. Solo due giorni prima, nell’ultima lettera al fratello Theo, il pittore prende le distanze dal mondo dell’arte, convinto che gli artisti per esprimersi possano far parlare solo i loro quadri.
«Je m’emmerdai (mi scocciavo), l’ho fatto per il bene di tutti», disse in lacrime mentre moriva.
Uno dei massimi specialisti di Van Gogh, Wouter Van der Veen, ha raccontato di aver intercettato il luogo durante il lockdown: «Ho cominciato a mettere un po’ d’ordine. Qualche mese prima avevo scannerizzato vecchie cartoline postali degli anni 1900-1910 di una vecchia signora di Auvers. Sullo schermo ce n’era una con un ciclista fermo sul lato di un sentiero, oggi la rue Daubigny. Il mio sguardo è rimasto colpito da un albero con le sue radici. Avevo l’impressione di aver già visto quell’immagine».

Lo studioso si è recato sul posto ritrovando l’albero, con quelle radici che conosceva bene, ancora lì.
E così sappiamo che Van Gogh, ormai sfinito, il 29 luglio del 1890, esce dalla locanda di Auvers-sur-Oise, va a dipingere le radici di quell’albero, riporta il dipinto in camera e poi decide di farla finita.
Finire una vita maledetta, piena di torture e di angosce, con il dettaglio analitico delle radici di un albero è un pensiero profondissimo, a mio avviso, struggente. Mi pare, fino all’ultimo respiro, un omaggio freudiano ante litteram all’amore viscerale nutrito per il suo caro fratello Theo, al cui appoggio materiale e spirituale il pittore doveva tutto.
Per celebrare i 130 anni dalla morte, si moltiplicano le iniziative, al Van Gogh Museum di Amsterdam dove sono esposti fino al 30 agosto i suoi ritratti, e in giro per il mondo. In Italia, aprirà i battenti al Centro San Gaetano di Padova, dal 10 ottobre all’11 aprile 2021, Van Gogh – I colori della vita, a cura di Marco Goldin.