Leggere Lettere a Theo sulla pittura è un’esperienza forte.
Si entra, senza bussare alla porta, nella sua vita delirante e piena.
Il pittore si sente libero e racconta al fratello Theo le sue emozioni più intime attraversando tutti i colori della sua anima. Compaiono schizzi e disegni ma soprattutto aspetti privati di vita familiare, paure, angosce, sogni e pensieri con una delicatezza ed una forza sorprendenti.
“Non potevo disegnare il dolore senza sentirlo io stesso” sembra il manifesto della sua arte.
Van scava dentro di sé ed ha bisogno di confidarsi con Theo: gli vuole bene, lo considera il suo migliore amico e gli racconta le sue giornate. E Theo gli risponde sostenendolo in più di seicento lettere che i due fratelli si sono scambiati dal 1872 fino alla morte del pittore.
Sono delineati con precisione i viaggi, gli incontri, il rapporto faticoso con il padre, le decisioni prese o fallite in uno stile familiare e colto, con una scrittura potente e autentica.
Leggetelo! Troverete scenari naturalistici e paesaggi dell’anima messi a nudo allo stesso modo, come corpi di modelle che Van ogni tanto tiene a sé per un desiderio infinito d’amore e di tenerezza.
Lettere a Theo sulla pittura è un sigillo sull’importanza della parola come strumento salvifico e conferma la necessità di fare arte, pure quando si è dannati. Anzi, soprattutto.
[…] Solo di fronte al cavalletto, mentre dipingo, mi sento vivo … ci assale una certa malinconia pensando con quanta minor fatica si sarebbe potuta vivere la vita, invece di fare dell’arte…”“