Per qualche anno, un po’ di anni fa, ho tenuto il corso di Pedagogia dell’arte per le facoltà di Scienze dell’educazione e della Formazione primaria presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Un’esperienza molto forte, che mi ha consentito di conoscere meglio alcune realtà pedagogiche e di chiarire alcuni punti fondamentali del mio percorso.
L’aula era sempre ben frequentata e gli studenti mostravano interesse e curiosità verso la materia: un avvicinamento all’arte e all’estetica attraverso la cultura e la ricchezza dei diversi saperi.
Non era solo un approccio condiviso all’arte, era piuttosto un mostrarsi inclini alla scoperta della complessità del mondo, del tempo e della storia, partendo dall’arte e dall’esigenza che gli uomini hanno sempre mostrato nei confronti della più libera e spontanea espressione vitale.
Tutti insieme stimolavamo il percorso e l’andamento del programma, che aveva una via abbozzata sui pensieri grandi di pedagogisti e filosofi, si sviluppava sull’importanza espressiva per ogni essere umano della grafica infantile e si concludeva sul finire dell’anno con laboratori straordinari di libertà e poesia.
Si partiva con un colore fino a giungere a destinazioni infinite e imprevedibili, in cui ognuno tirava fuori vissuti inconfessabili attraverso l’arte e racconti bellissimi.
Le studentesse (gli alunni del corso erano quasi esclusivamente donne) le ho poi seguite nel tempo; le più motivate sono diventate docenti “illuminate”, che hanno saputo cogliere dalle voci di artisti e filosofi studiati insieme quel pensiero divergente che fa la differenza e ha il coraggio di uscire dallo stereotipo.
L’arte ha una voce potente ma, se si hanno le orecchie tappate, quella voce non arriva ed è per questo che la bellezza di un’opera d’arte è tutt’uno con la sua fruizione.
L’arte è pluralità di sensazioni, di letture, di esperienze. L’arte è consapevolezza di sé e del mondo. L’arte è conoscenza, liberazione di un sentire e costruzione di una propria identità. Concetti importantissimi per la crescita pedagogica di futuri maestri…
L’insegnamento fu poi soppresso e la nostra esperienza si trasformò in un laboratorio con i bambini al cardiopalmo in una galleria d’arte antica, tra schizzi di colore e saggi teatrali di trasformazione e travestimenti su testi tratti da racconti di dipinti e vite di artisti.
Inventammo Labilissima, un altro esperimento di processi creativi inediti, portentoso e tutto da ricominciare.
https://labilissima.wordpress.com/
