
La basilica rappresenta nel contempo l’opera architettonica più rappresentativa della tarda antichità e il primo capolavoro dell’architettura bizantina, tanto da influenzare, sia sul piano architettonico che liturgico, la chiesa ortodossa orientale, quella cattolica romana e il mondo musulmano.
L’edificio che oggi possiamo vedere è la terza basilica costruita in quel luogo.
Nel 325 l’imperatore Costantino aveva voluto realizzare una grande chiesa dedicata alla Divina Sapienza dove un tempo sorgevano alcuni templi pagani. L’inaugurazione di quell’edificio avvenne però solo sul finire del IV secolo, esattamente il 15 febbraio 360, quando Costantino era ormai morto da più di vent’anni.
Alcuni decenni dopo, nel 404, la chiesa andò in buona parte distrutta a causa di un incendio appiccato per ragioni politico-religiose. Ricostruita da Teodosio II nel 415, Santa Sofia fu nuovamente avvolta dalle fiamme nel 532 a causa della «rivolta della Nika», durante il regno di Giustiniano.
E, così, proprio nell’ambito del programma di rinnovamento urbano giustinianeo, venne ricostruita.
Presenta una struttura molto complessa, con la imponente cupola centrale alta oltre 55 metri, traforata da 40 finestre ad arco (in seguito parzialmente murate per motivi di stabilità), che inondano di luce mistica l’interno dell’edificio in ogni momento della giornata.
Essa è sostenuta da quattro pennacchi, con una soluzione mai utilizzata prima. Il loro utilizzo permette una transizione elegante dalla forma quadrata della base dei piloni a quella emisferica della cupola.

Oltre ai mosaici, degni di nota sono la varietà dei marmi presenti e le particolari forme di lampadari o polycandelon cadenti dall’alto.

Dedicato alla sophia (la sapienza di Dio), dal 537 al 1453 l’edificio fu cattedrale greco-cattolica e poi ortodossa divenendo sede del Patriarcato di Costantinopoli e il luogo principale per le cerimonie imperiali dei reali bizantini, come le incoronazioni. Per un breve periodo, tra il 1204 e il 1261, fu convertito dai crociati a cattedrale cattolica di rito romano sotto l’Impero latino di Costantinopoli.
Dal 1453 divenne poi moschea ottomana fino al 1931. Fu poi sconsacrata e nel 1935 divenne un museo.
Ieri, 10 luglio 2020, il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto e il monumento simbolo di Istanbul tornerà ad essere una moschea.
La riconversione è un “diritto sovrano” della Turchia, ha detto il presidente turco Erdoğan nel suo discorso alla nazione e “stiamo programmando la prima preghiera a Santa Sofia il 24 luglio”, ha aggiunto.
Non ci è dato sapere, al momento, cosa succederà: se Santa Sofia sarà ancora accessibile ai turisti e se i mosaici con figure cristiane e bizantine saranno ricoperti, come nel periodo in cui fu già moschea.
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