Ancora disponibile il tour virtuale del museo dell’Ara Pacis, grazie alla tecnologia del Google Arts & Culture
L’Ara Pacis rappresenta uno degli esempi più notevoli dell’arte classica. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare le campagne vittoriose di Gallia e Spagna. Vide la realizzazione nel 9 a. C. ad opera di Augusto e rappresenta una delle più significative testimonianze pervenuteci dell’arte augustea, simboleggiando la pace e la prosperità raggiunte con la pax romana.
I fregi sono straordinari; quello posto ad est, sul quale si riconoscono i membri della famiglia imperiale, è sicuramente il più importante.
L’Ara si trovava nell’area del Campo Marzio, dove si verificò un inarrestabile innalzamento di quota dovuto soprattutto agli straripamenti del Tevere. Si tentò di correre ai ripari, costruendo un muro per bloccare l’innalzamento del terreno.
Fu tutto inutile e per più di un millennio calò il silenzio sull’Ara, diventando nel Medioevo una sorta di cava da cui attingere marmo per altre costruzioni.
La prima scoperta dell’Ara Pacis risale al 1568, quando, al di sotto di Palazzo Fiano, riapparvero nove grandi blocchi marmorei scolpiti su entrambi i lati. Una parte dei blocchi fu acquistata dal Granduca di Toscana, un altro grande frammento finì al Museo del Louvre (ove tuttora si trova), un altro ancora fu trasferito ai Musei Vaticani, mentre quasi tutte le parti decorate a festoni vennero murate sulla facciata di Villa Medici, dove in parte sono ancora oggi.
Nel 1859, durante i lavori di consolidamento di Palazzo Fiano, furono scoperti altri reperti che spinsero ad intraprendere una vera campagna di scavi, che ne portò alla luce la struttura.
Negli anni Venti si cominciò a valutare la proposta di riunire tutti i frammenti ritrovati sparsi in Italia e nel mondo; cosa che piacque molto a Mussolini per l’idea di ricostruire il monumento edificato dal primo vero duce Augusto.
Cosi fu affidata all’architetto Ballio Morpurgo l’opera di risistemazione dell’Ara.
I vari reperti furono assemblati e il 23 settembre del 1938 Mussolini inaugurò il monumento. L’Ara Pacis venne ricostruita all’interno di un padiglione collocato nei pressi del Mausoleo di Augusto, tra via di Ripetta ed il Lungotevere in Augusta.
Furono recuperati i frammenti fiorentini e quelli dei Musei Vaticani, usati dei calchi per i pezzi irrecuperabili e ricompattate le parti ma al posto del travertino e del marmo furono impiegati cemento e finto porfido, mentre a protezione esterna furono poste grandi vetrate (rimosse negli anni del conflitto mondiale e ricollocate poi nel 1970).
L’ARA PACIS di Augusto
Nel 2006, l’architetto statunitense Richard Meier progettò il nuovo complesso monumentale, così come appare oggi. L’edificio venne concepito per essere permeabile e trasparente, consentendo insieme visibilità e salvaguardia del monumento, come una scatola lineare ed equilibrata che si sviluppa secondo l’asse principale nord-sud e si articola in aree scoperte, ambienti completamente chiusi ed altri chiusi, ma visivamente aperti alla penetrazione della luce.
Con un progetto interessante, fino all’autunno 2019, l’Ara Pacis si presentava al pubblico com’era, con i suoi colori originali.
L’ARA PACIS di Augusto
Attraverso la combinazione di diverse tecnologie ed una particolare applicazione AR in grado di riconoscere la tridimensionalità dei bassorilievi e delle sculture con un tracking in tempo reale, i contenuti virtuali apparivano al visitatore attraverso specifici visori Samsung Gear VR come fissati agli oggetti reali, contribuendo all’efficacia, all’immersività e alla magia di un’esperienza indimenticabile.
Oggi, grazie al progetto Google Arts & Culture, il Museo può essere navigato tramite Street View, che consente di muoversi a 360° avvicinandosi alle opere ed, eventualmente, anche approfondendo con le schede di dettaglio.